Lactalis Italia, nasce la business unit export

A capo della nuova struttura organizzativa Mauro Frantellizzi, Direttore Lactalis Export, che avrà il compito di promuovere e valorizzare il portafoglio di prodotti made in Italy del Gruppo all’estero. In primo piano i formaggi
Lactalis Italia, nasce la business unit export

L’export rappresenta un pilastro sempre più strategico per Lactalis Italia, come dimostra l’apertura della nuova business unit dedicata proprio a promuovere lo sviluppo in Europa e nel mondo delle referenze in portafoglio emblema del made in Italy. Si parla soprattutto di formaggi; ma vale la pena ricordare che nei 31 stabilimenti del Gruppo presenti nel nostro Paese si producono anche salumi, succhi, besciamella e preparati per la pasticceria. Tutti prodotti con ottime potenzialità per affermarsi anche fuori dai confini nazionali.

“Il Gruppo Lactalis può essere considerato il portabandiera della crescita nell’export dei prodotti italiani che ormai da 30 anni battono ogni record – dichiara Mauro Frantellizzi, Direttore Lactalis Export –. Basti pensare che l’Italia esporta quasi 600mila tonnellate di formaggio e che solo il nostro Gruppo produce quasi il 20% di questo export. I prodotti italiani all’estero negli anni hanno acquisito una grande popolarità perché sono rappresentativi di un sistema alimentare fra i più apprezzati al mondo. In questo scenario il formaggio è un prodotto in continua crescita e che sta acquistando sempre più spazio sulle tavole dei consumatori in tutto il mondo”.

GALBANI, BRAND LEADER NEL DAIRY OLTRECONFINE

Con 1.800 referenze interamente prodotte in Italia e vendute in 112 paesi, il Gruppo è il primo esportatore di formaggio italiano con una quota export del 18% per un totale di oltre 100 mila tonnellate. Parlando sempre di primati, Galbani si conferma best seller all’estero con 3 milioni di mozzarelle consumate ogni giorno e con il mascarpone. Grazie anche all’acquisizione delle aziende Castelli e Ambrosi anche le Dop rivestono per Lactalis un ruolo sempre più strategico con vendite in costante crescita: il 45% del formaggio Grana Padano e Parmigiano Reggiano prodotto da Lactalis viene esportato, mentre la percentuale relativa al Gorgonzola raggiunge il 40 per cento.

Nel 2024 il Gruppo investirà oltre 70 milioni di euro in Italia per promuovere e valorizzare i prodotti made in Italy e garantire standard elevati di produzione e distribuzione, oltre ad attività di Ricerca & Sviluppo, efficientamento energetico, manutenzione e ammodernamento degli stabilimenti.

EXPORT FORMAGGI: ITALIA BATTE FRANCIA

Nel panorama italiano l’export agroalimentare è un settore in crescita, con un valore di 64,2 miliardi di euro nel 2023 in crescita del 6,2% rispetto al 2022, di cui 4,9 miliardi di euro riguardano il formaggio e 4 miliardi di euro fanno riferimento ai salumi (fonte: Ismea, fy 2023). Formaggi e salumi rappresentano infatti le principali categorie dell’export agroalimentare.

A valore, l’Italia ha superato la Francia relativamente all’export di formaggio, crescendo costantemente negli ultimi 10 anni. I formaggi in particolare rappresentano la categoria principe delle esportazioni: con una quota di 4,9 miliardi di euro (crescita a valore +11,6%) negli ultimi 20 anni il loro consumo è cresciuto del 346 per cento. 

I PRODOTTI PERFORMANTI

Rispetto all’anno scorso la mozzarella ha ottenuto un incremento del 10%, il Grana e il Parmigiano +8,3%, la burrata e la ricotta +25%, mascarpone e altri formaggi freschi +14%, e gorgonzola +15 per cento. Si nota quindi che ad essere apprezzate sono non soltanto le Dop, ma anche le specialità fresche. Se pensiamo poi alle ricette, è facile capire come il mascarpone valga oggi 75 mila tonnellate, ossia 5,5 volte il mercato italiano: non esiste ristorante nel mondo in cui non si trovi il tiramisù tra i dessert, merito di un grande lavoro di comunicazione e cultura fatto negli anni.

Ma non è solo l’Europa ad amarci: l’export dei formaggi italiani è cresciuto a tripla cifra (+237%) anche nei paesi extra Ue. Tra questi a farla da padrone sono gli Stati Uniti, che, con oltre 400 milioni di euro di fatturato, rappresentano il paese principale. Ma cosa mangiano gli americani? Soprattutto Pecorino Romano, per le migliori imitazioni delle romanissime carbonara, amatriciana, e cacio e pepe.

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