
I consumatori italiani stanno assistendo ad una progressiva diminuzione del proprio potere d’acquisto, con l’inflazione sui prezzi dei beni alimentari ancora in aumento (+2,2% a dicembre 2024, dopo il picco del +13,5% a settembre 2022), e retribuzioni medie di fatto ferme da più di 20 anni quando non in calo: il gap 2023-2000 è del -0,2% (fonte: The European House Ambrosetti). Nonostante questa congiuntura e la conseguente necessità di ridurre e selezionare attentamente i consumi, gli ultimi dati sul biologico confermano che in Italia attenzione e interesse per il comparto restano elevati.
Sono questi gli scenari di contesto emersi dal report presentato a Biofach 2025 nell’ambito del progetto Being Organic in Eu, promosso da FederBio in collaborazione con Naturland DE e co-finanziato dall’Unione Europea.
BIOLOGICO: LE DIMENSIONI DEL MERCATO ITALIANO
Con 2,46 milioni di ettari destinati a biologico, in crescita del +4,6% nel 2024 rispetto al 2023, l’Italia è leader nel settore con il 19,8% di superfici bio sul totale SAU, a fronte di una media europea decisamente più contenuta (9.6% nel 2021). Aumenta costantemente anche il numero degli operatori attivi, con un +1,8% per circa 94.500 unità.
L’anticipazione dei dati che saranno illustrati nel dettaglio a Rivoluzione Bio 2025 – in programma a SANA Food (23-25 febbraio, BolognaFiere) e realizzata nell’ambito del progetto Being Organic in EU, promosso da FederBio in collaborazione con Naturland DE – mostra come il mercato del biologico italiano sia cresciuto anche nel 2024, raggiungendo i 5,7 miliardi di euro e segnando un significativo +4,5% rispetto all’anno precedente.
IL BIOLOGICO E IL RUOLO DELLA DISTRIBUZIONE MODERNA
La Gdo rappresenta l’80% del mercato food in Italia, con una spiccata preferenza per supermercati e ipermercati (64,7%), seguiti con distacco dai discount, fermi al 16,2% (fonte: The European House Ambrosetti). È particolarmente rilevante il ruolo della marca privata, attualmente al 31,5% di quota, che anche nel segmento bio rientra tra le scelte dei consumatori per qualità e prezzo dei prodotti.
A sostenere la crescita dei consumi biologici in Italia è proprio la distribuzione moderna che, con un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro ed un incremento a valore del +4,4% rispetto al 2023 (fonte: NielsenIQ), è sempre più il canale di riferimento per gli acquisti bio degli italiani.
L’EVOLUZIONE DEL MERCATO
La consumer base di prodotti bio rimane l’indicatore di maggiore interesse per l’analisi dei comportamenti delle famiglie italiane: oggi il 93% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni include consapevolmente almeno un prodotto a marchio biologico nel carrello della spesa (era il 53% nel 2013), per un totale di 24 milioni di famiglie che “scelgono il bio” (vs i 13 milioni del 2012).
Le persone che più facilmente acquistano biologico sono vegetariane e attente alla salute (76%), con figli maggiori di 11 anni (64%), un titolo di studio pari o superiore alla laurea (61%) e di età compresa tra i 30 e i 35 anni (young millennials, 59%). È significativo che siano soprattutto i giovani a voler mangiare in modo sostenibile, nonostante rientrino tra le fasce con in media un potere d’acquisto più basso.
Il biologico orienta i comportamenti di consumo degli italiani anche al di fuori delle mura domestiche: quasi otto intervistati su dieci hanno consumato prodotti alimentari biologici nelle occasioni fuori casa nel corso del 2024.
L’EXPORT BIO
L’Italia è sul podio dei primi tre paesi esportatori di prodotti biologici al mondo, per un valore complessivo superiore a 3,6 miliardi di euro nel 2023.
Il 40% delle aziende alimentari (intervistate nell’ambito del progetto Ita.Bio, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da Ice Agenzia e FederBio) considera il marchio biologico un alleato strategico per entrare nei mercati esteri; Germania, Francia, Scandinavia e Stati Uniti sono i principali mercati di destinazione per l’export dei prodotti biologici italiani per il 2024.