Jab – Keurig: nasce il gigante mondiale del caffè

Con un’operazione di sistema dalla caratura mondiale la società lussemburghese già proprietaria di Jacobs Douwe Egberts si avvia a diventare un player globale vicino a Nestlè
Jab – Keurig: nasce il gigante mondiale del caffè

Con una mossa inattesa la società lussemburghese Jab Holdings ha lanciato una offerta pubblica di acquisto (opa) su Keurig Green Mountain, la più grande società americana produttrice di sistemi a capsule per il caffè, di cui è stata importante azionista anche Lavazza fino a poco tempo fa. Il sistema più famoso di Keurig, il K Cup, è utilizzato anche da società italiane come Illy e la stessa Lavazza che in questo modo distribuiscono i propri prodotti sul mercato americano.

Jab Holdings non sarà sola in questa operazione finanziaria: anche Mondelez International sarà della partita cosi come la banca d’affari BDT Capital partners guidata dal finanziere Byron Trott, oltre a soggetti minori non meglio specificati. Si tratta, come si vedrà, di una operazione di sistema di caratura mondiale, parte di un tassello che sta rivoluzionando il mondo del food & beverage come mai era successo prima.

Jab Holdings e gli altri offriranno agli attuali soci di Keurig, capitanati da Coca-Cola Company che detiene il 17,4% delle azioni, 92 dollari Usa in contanti (84,4 euro) per ogni azione della società preda, ovvero circa il 78% in più rispetto all’ultima quotazione sulla borsa di Wall Street prima dell’annuncio un premio decisamente alto che dovrebbe assicurare il buon esito dell’offerta che è finalizzata a ritirare l’azienda dal listino di borsa. D’altronde le azioni erano scese molto negli ultimi mesi sulla scorta di risultati di bilancio non esaltanti, chiusi con un calo del 4% del fatturato 2014 /15 a 4,52 miliardi di dollari e profitti netti in calo del 16% a 498 milioni. Il consiglio d’amministrazione della società target ha approvato l’offerta da 13,9 miliardi di dollari totali.

Muntar Kent, amministratore delegato di Coca-Cola ha detto che aderirà al progetto di opa, cedendo tutto il suo pacchetto. La società di Atlanta continuerà a collaborare con i nuovi soci di Keurig per lo sviluppo del nuovo rivoluzionario sistema di capsule Coke che permettono di poter fare il soft drink direttamente a casa.

L’operazione Jab – Keurig si inserisce in un più ampio riassetto mondiale del settore del caffè. Per capirne la portata, e comprendere l’enorme ragnatela di interessi che si intreccia dietro questa operazione bisogna esaminare i protagonisti. Innanzitutto Jab Holdings, una società lussemburghese che, ricorda il Financial Times, è riferibile a quattro dei nove figli adottati di Albert Reimann, ricchissimo miliardario tedesco morto nel 1984  che ha fatto la sua fortuna con la Reckitt Benckiser, di cui la stessa Jab detiene il 10,7%, sempre secondo il giornale inglese. Ma Jab è anche l’azionista di maggioranza, attraverso la Acorn holdings di Jacobs Douwe Egberts, il neonato gigante del caffè  di cui detiene il 51 per cento. Il secondo azionista, si ricorderà, è di Mondelez International che parteciperà all’acquisizione Keurig e che, secondo il FT, per partecipare a questa operazione cederà anche parte delle quote della società di cui solo pochi mesi fa è stata co-fondatrice.

In sostanza intorno a Jab si verrà a creare una conglomerata che va da Jacobs Douwe Egberts a Keurig Green Mountain capaci di insediare realmente Nestlè, la prima della classe al mondo grazie anche al successo di Nespresso. A Jab fanno capo inoltre altri marchi di caffè sia americani sia europei come Peet’s coffee, Espresso house, Baresso ed altri.

I legami non finiscono qui: guardando all’Italia innanzitutto Lavazza, che è in trattative per acquisire il marchio francese Carte Noire proprio da Jacobs Douwe Egberts e che ha legami commerciali con Keurig. E poi la banca d’affari BDT Capital partners, altro soggetto coinvolto che è guidata dal finanziere Byron Trott, ritenuto molto vicino a Warren Buffett che attraverso la Berkshire Hathaway è primo azionista di Coca-Cola a sua volta prima in Keurig.

Quel che sta facendo Jab nel mondo del caffè ha tutte le somiglianze con quel che ha fatto Ab Inbev nella birra con l’acquisizione di SabMiller: creare un colosso apparentemente invincibile. E’ un paragone azzardato? Il francese Olivier Goudet, amministratore delegato di Jab siede nel consiglio d’amministrazione di proprio di Ab Inbev. Cda nel quale sedeva anche il tedesco Peter Harf, con un passato anche in Burger King. Harf è ritenuto il gestore delle fortune della famiglia Reimann ed è, insieme a Goudet, anche manager gradito agli azionisti brasiliani di Ab Inbev (Lemann, Sicupira, Telles) che com’è noto sono anche i proprietari di Burger King nonché ottimi soci in affari di Warren Buffett in KraftHeinz.

Come si diceva, la mossa Jab – Keurig ha tutte le sembianze per essere un’operazione di sistema. A chi toccherà ora? Atlanta calling?

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