Amazon e Whole Foods, chi ha paura del matrimonio?

L’annuncio della mega acquisizione scuote i retailer fisici americani, che adesso si riscoprono vulnerabili e in ritardo. Ma a temere sono anche i cassieri (e non solo)
Amazon e Whole Foods, chi ha paura del matrimonio?

Per John Mackey, ceo di Whole Foods, l’incontro con il colosso dell’ecommerce è stato amore a prima vista, come lui stesso ammette orgogliosamente. Tanto che, poche settimane dopo, il matrimonio tra i due player era già quasi ai dettagli. Jeff Bezos, dal canto suo, ribatte che questa acquisizione rappresenterà un’opportunità straordinaria di business per entrambi, ampliando nel contempo la mission di Amazon. Gli unici a non gioire, insomma, sono gran parte dei loro competitor nel mercato americano, che già nelle ore successive all’annuncio hanno riportato brusche flessioni in Borsa. Se infatti il prezzo delle azioni di SuperValu è crollato del 14,4%, Kroger ha ceduto ben il 9,2%, con un tonfo solo leggermente più pesante rispetto a quelli di Target e Walmart. La concorrenza diretta della web company, dunque, spaventa il mercato, mentre gli analisti si affannano a ipotizzare quali saranno gli scenari futuri.

Una nuova politica dei prezzi

Tra le opinioni in campo, quella attualmente più accreditata è che i retailer avrebbero davvero tutte le ragioni per essere terrorizzati dall’incursione di Amazon nel loro business. Tralasciando gli effetti su larga scala che avrà la fusione fra fisico e digitale, con inevitabili reazioni a catena, molti si aspettano da Bezos un drastico taglio dei prezzi, in grado di riportare alla crescita il giro d’affari di Whole Foods già entro la fine del prossimo anno, con un notevole aumento della clientela. A pagarne le conseguenze sarebbero, su tutti, Walmart e Kroger.

Il ritardo dei competitor

Non pochi esperti di mercato, inoltre, ritengono che la spinta innovatrice di Amazon nel grocery sia potenzialmente capace di scuotere gli equilibri dalle fondamenta. Una dinamica, quest’ultima, derivata probabilmente anche da un atteggiamento sinora troppo poco attento alle evoluzioni del gigante ecommerce e del canale online nel suo complesso. D’altronde, il 70% dei consumatori statunitensi ritiene che i rivenditori propongano esperienze digitali ancora inadeguate. Quanto basta, dunque, per considerare già obsoleti i piani triennali di sviluppo varati da molte catene.

Robot e app al posto dei dipendenti

Secondo un recente editoriale del New York Times, che ha fatto molto discutere Oltreoceano, gli effetti dell’acquisizione colpiranno nel lungo termine anche alcune categorie di lavoratori. A cominciare dai cassieri e, più in generale, dagli impiegati nel settore della vendita al dettaglio. Tutti ambiti in cui Jeff Bezos preparerebbe una vera e propria rivoluzione, puntando sulle ultime frontiere della robotica e della tecnologia, come del resto già avviene per il format Amazon Go. A tal proposito, un rapporto di McKinsey rivela che due terzi delle mansioni svolte attualmente dal personale degli store potrebbero essere completamente automatizzate, con una riduzione dei costi pari al 68%.

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