Olio Extravergine: più cultura, più valore

All’evento organizzato da Pietro Coricelli a Olioofficina si è parlato di come si stanno evolvendo l’offerta e l’approccio del consumatore. E delle sfide per l'industria e la distribuzione
Olio Extravergine: più cultura, più valore

Qual è il valore reale e percepito dell’olio extravergine? Come è cambiato il consumo negli ultimi anni? Come evolve l’offerta e come è gestita sugli scaffali della Gdo, per la quale l’olio si conferma trafic builder per eccellenza? Sono stati questi i temi di cui si è discusso nel corso della tavola rotonda “EVOluzione. Variazioni di consumo lungo tre generazioni”, organizzata da Pietro Coricelli nell’ambito di Olioofficcina Festival, lo scorso 2 febbraio e moderata da Domenico Apicella, giornalista di Food. La discussione ha preso spunto dalla degustazione degli oli lanciati nelle tre generazioni dell’azienda di Spoleto, e che segnano l’evoluzione del prodotto e dell’approccio del consumatore.

Il consumatore chiede trasparenza…

A supporto, una ricerca Doxa su un panel di 600 consumatori, da cui emerge un profilo che richiede trasparenza e informazioni sul prodotto, ma che al momento dell’acquisto si lascia guidare dalla convenienza. Il 76% degli intervistati, infatti, legge le etichette dell’extravergine, il 68% ritiene importante la provenienza del prodotto e il 67% considera rilevanti le indicazioni d’uso. Riscontriamo l’esigenza di ottenere informazioni più chiare e leggibili in etichetta – sottolinea Chiara Coricelli, Executive member of the board e rappresentante della terza generazione aziendalema la normativa vigente limita la libertà di espressione, per cui non siamo in grado di trasferire al consumatore quei contenuti che potrebbero favorire una maggiore cultura sul prodotto.

…ma sceglie la convenienza

Non è un caso, se poi davanti allo scaffale la scelta è orientata dal prezzo per il 54% degli intervistati. Oltre il 40% delle vendite della categoria avviene in promozione – conferma Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM. Si tratta di una categoria complessa da gestire, dove la polarizzazione dei consumi è più marcata rispetto ad altre. Se l’acquisto avviene soprattutto in funzione del prezzo, c’è ancora molto da fare sul fronte della cultura del prodotto. L’obiettivo di tutti gli operatori coinvolti nella filiera è incrementare il livello di conoscenza del prodotto per accrescere di pari passo il valore della categoria. È un lavoro che stiamo portando avanti al tavolo dell’interprofessione – ha affermato Francesco Tabano, Direttore Commerciale di Pietro Coricelli e Presidente di Federoliocercando di coinvolgere la Gdo, canale che veicola l’85% dei volumi del prodotto e interlocutore chiave per la filiera. Tutti gli argomenti sviluppati nel corso della tavola rotonda e i dati della ricerca Doxa, saranno pubblicati sul numero di marzo di Food.

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