Formaggio italiano, export da record

L’inizio del 2018 coincide con un dato storico: +8%, mai così tanto formaggio italiano è stato consumato all’estero
Formaggio italiano, export da record

Il formaggio italiano segna un record storico nel 2018, con un aumento dell’8% in quantità esportata rispetto al 2017, quando si arrivò a 412 milioni di chili. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi due mesi dell’anno, diffusa in occasione della Giornata mondiale del latte indetta dalla FAO per ricordare l’importanza dell’alimento e dei suoi derivati per la dieta. La dimostrazione più eclatante del successo è che i francesi siano diventati i principali consumatori di formaggi Made in Italy. Quasi il 20% delle esportazioni complessive dall’Italia finisce proprio sulle tavole d’oltralpe, in ulteriore aumento del 2% nel 2018 dopo essere praticamente raddoppiate nel giro degli ultimi dieci anni. Oggi le esportazioni di formaggio italiano in Francia sono largamente superiori a quelle di formaggio francese in Italia.

I formaggi più esportati

Il secondo mercato di sbocco è oggi rappresentato dalla Germania, dove l’export è cresciuto del 9%, davanti alla Gran Bretagna dove nel 2018 si è verificato un aumento del 10% delle spedizioni, e agli Stati Uniti, anche qui in aumento (+7%). Ma i prodotti caseari italiani crescono anche in Paesi tradizionali produttori come l’Olanda (+19%) e la Svizzera (+10%). In cima alla lista dei formaggi italiani più richiesti all’estero ci sono il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano che in quantità rappresentano il 22% del totale esportato guidando la lista del 51 formaggi italiani che hanno avuto il riconoscimento dell’Unione Europea come denominazione di origine (Dop/Igp). I formaggi Made in Italy più esportati sono purtroppo anche quelli più taroccati nel mondo; le imitazioni hanno superato addirittura i prodotti originali, dal Parmesao brasiliano al Reggianito argentino fino al Parmesan canadese, australiano e statunitense. Il successo dei formaggio italiano all’estero è la punta dell’iceberg del segnale di ripresa registrato nel settore lattiero caseario nazionale, dopo l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte entrato in vigore in Italia il 19 aprile 2017 che ha rivitalizzato il mercato.

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