Esselunga, le socie di maggioranza puntano al 100% dell’azienda

Esercitato il diritto di acquisto sul 30% posseduto da Giuseppe e Violetta Caprotti. E ora si apre la partita sul prezzo, che sarà fissato da un collegio di tre arbitri
Esselunga, le socie di maggioranza puntano al 100% dell’azienda

Si apre una nuova partita nella complessa vicenda Esselunga. Quanto vale il 30% delle quote azionarie posseduto da Giuseppe e Violetta Caprotti, i figli nati dal primo matrimonio di Bernardo Caprotti? Alla domanda dovrà rispondere un collegio di arbitri nominati dagli azionisti, di maggioranza – Giuliana Albera Caprotti, seconda moglie di Bernardo, e la figlia Marina, che tramite Unione Fiduciaria detengono il 70% di Supermarkets Italiani – e di minoranza, cioè i già citati Giuseppe e Violetta. La procedura è stata avviata dall’esercizio dell’opzione call da parte delle due socie di maggioranza, annunciata a sorpresa, ma prevista dall’accordo siglato a giugno del 2017 riguardo all’eredità dell’imprenditore lombardo scomparso nel settembre del 2016. In verità finora lo sbocco più accreditato di quell’intesa sembrava essere la quotazione in Borsa – da realizzarsi entro giugno 2021 – che avrebbe dato modo ai soci di minoranza di valorizzare la loro quota, uscendo dalla compagine sociale. Impossibile per ora dire cosa abbia spinto un’accelerazione sul fronte del riassetto, se valutazioni legate all’andamento incerto dei mercati azionari o inevitabili complessità legate all’Ipo di un’azienda che – pur avendo un management solido e di grande competenza, ulteriormente rafforzato nei mesi scorsi dall’arrivo di una figura di primo piano come Sami Kahale, divenuto Direttore Generale – ha comunque una forte impronta familiare.

IL RICORSO AL DEBITO DI ESSELUNGA

Il finale della vicenda è dunque ancora tutto da scrivere, perché il mancato accordo sul prezzo potrebbe – teoricamente – sfociare in un contenzioso giudiziario. Va ricordato infatti che – in base alle tante voci riportate dalla stampa finanziaria – vari fondi di private equity avrebbero esaminato negli anni scorsi il dossier Esselunga, con valutazioni che si dicevano essere attorno ai 6 miliardi di euro. Ricordiamo anche che la redditività è di 16 mila euro al metro quadro, seconda solo a quella di Ahold Delhaize mentre l’ebit è pari al 6 per cento. Il fatturato nel 2017 è stato di 7,7 miliardi con un margine lordo di 638 milioni e un utile netto di circa 300 milioni di euro. Da qui l’interesse per la catena dei grandi gruppi del retail internazionale. La cessione era un’ipotesi che anche Bernardo Caprotti aveva valutato nel suo testamento, privilegiando eventualmente Ahold Delhaize. C’è chi ipotizza oggi anche un possibile interesse da parte di Jeff Bezos, il patron di Amazon, che dopo aver rilevato Whole Foods è alla ricerca di altre catene fisiche. In passato sono state anche riportate indiscrezioni relativamente a un’offerta da 7,3 miliardi di euro avanzata dal gruppo cinese Yida Investment Group, ma netta fu la presa di posizione di Giuliana Albera Caprotti e di Marina Caprotti, che in una lettera ai dipendenti precisarono che l’azienda non era in vendita. In ogni caso le cifre in gioco sono considerevoli e richiederanno probabilmente un ricorso al debito, come viene comunicato nella nota diffusa da Esselunga. Ma da questo punto di vista i precedenti sono confortanti. Esselunga nel 2017 ha emesso infatti due prestiti obbligazionari da 500 milioni di euro l’uno per finanziare l’acquisizione del 67,5% di Villata Partecipazioni (di cui il 45% da Giuseppe e Violetta Caprotti), la società che custodisce a cascata gli immobili di proprietà del gruppo. Ben 83 edifici funzionali all’attività commerciale della catena di Pioltello, che erano stati scorporati anni fa e poi riassorbiti con un esborso di 965 milioni di euro per la quota acquisita. Le richieste di acquisto di questi bond (uno con scadenza a sei e uno a 10 anni), quotati in Lussemburgo, sono state pari a circa 9,2 volte l’offerta. Un multiplo altissimo per i titoli di debito di un’azienda, così come per quelli emessi dai governi.

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