La crisi del ‘Parma’/3: la replica dei produttori

Il Consorzio del Prosciutto di Parma annuncia nuovi strumenti antifrode e respinge le accuse emerse da Report
La crisi del ‘Parma’/3: la replica dei produttori

L’ultima puntata della trasmissione Report di Rai 3 sul caso dei prosciutti realizzati utilizzando cosce di maiali non previsti dal disciplinare delle DOP Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele, ha scatenato una dura replica da parte del Consorzio del Parma. “Per continuare a mantenere intatta l’identità del prodotto e la sua qualità – si legge nella nota, il Consorzio del Prosciutto di Parma – chiede oggi più che mai a tutti i componenti della filiera di rispettare il disciplinare produttivo al di là di qualsiasi obiettivo individuale”. A questo proposito, va ricordato comunque che in proposito è stato chiesto all’Istituto Parma Qualità di potenziare i controlli sulla filiera.

IL CONSORZIO PARTE LESA

La nota prosegue ricordando che per l’utilizzo di tipi genetici non ammessi dal Disciplinare il Consorzio sottolinea la totale estraneità dei produttori di Prosciutto di Parma. Nei relativi procedimenti giudiziari i tribunali hanno riconosciuto il Consorzio come parte lesa. Intendiamo comunque rassicurare i consumatori che nessuna coscia dei maiali provenienti dagli allevamenti coinvolti è diventata Prosciutto di Parma, poiché tali cosce erano ancora in stagionatura e sono state facilmente identificate e distolte dal circuito”. Il Consorzio quindi rigetta “categoricamente l’accusa di frode al consumatore emersa dalla trasmissione Report; a nostro avviso, un’affermazione inesatta e impropriamente allarmistica”.

NUOVI STRUMENTI

In ogni caso, per contrastare simili frodi il Consorzio e i suoi produttori stanno “valutando ulteriori strumenti e iniziative in grado di rafforzare i controlli soprattutto nella fase di allevamento e macellazione”.

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