Esselunga passa gli 8 miliardi di ricavi nel 2019

La società investe sui clienti (anche accettando i buoni pasto) in una fase di mercato non semplice e i margini reddituali ne risentono
Esselunga passa gli 8 miliardi di ricavi nel 2019

Grazie a una crescita del 2,9% del fatturato, Esselunga balza sopra la soglia degli otto miliardi di euro di ricavi, arrivando a 8,14 miliardi per la precisione e confermando la leadership in Italia a livello di singola entità (se si considerano le insegne, Conad si avvia ad essere il leader dopo l’acquisizione delle attività dirette di Auchan). Un risultato, dice la società in una nota, che è arrivato principalmente grazie al contributo delle ultime aperture, all’accettazione dei buoni pasto che sono stati introdotti in tutti i negozi a partire da febbraio 2019, e all’e-commerce. Interessante l’annotazione sul commercio elettronico, che rimanda ad un cambiamento nella modalità degli acquisti anche nei prodotti alimentari sul quale sempre più si farà affidamento e che da anni vede Esselunga come primo player in Italia in Gdo. Le nuove aperture sono invece state due: il superstore di Brescia Triumplina e la Esse in corso Italia a Milano, un nuovo format metropolitano che si compone di un caffé con cucina insieme a un negozio per gli acquisti quotidiani o per ritirare ai locker la spesa online e che sarà duplicato anche a Parma.

SCONTI AI CLIENTI PER 1,5 MILIARDI DI EURO

Mantenere un passo di crescita nel 2019, un anno sicuramente complicato per le catene della grande distribuzione a causa della stagnazione economica, ha avuto però un costo anche per Esselunga. Gli sconti ai clienti, infatti, sono aumentati di 80 milioni di euro rispetto al 2018 fino a giungere a 1,5 miliardi, mentre, sul fronte dei prezzi, la società ha praticato una deflazione del proprio scaffale dello 0,1% nel 2019. In altri termini l’indice dei prezzi praticati nei negozi della catena è leggermente sceso nell’anno ed è di tre punti percentuali sotto la media del mercato, stando a rilevazioni Nielsen citate dall’azienda.

MARGINI REDDITUALI IN CALO

Questo sforzo per mantenere un’alta competitività in un settore dove il benchmark è sempre più dettato dalle catene discount si è riflesso sui margini reddituali: il margine operativo lordo (Ebitda) è infatti sceso a quasi 717 milioni di euro (8,8% del fatturato) dai 726 milioni del 2018 (9,3%), nonostante la crescita dei ricavi. Il risultato operativo è diminuito a 391 milioni di euro nonostante minori investimenti, che nell’anno sono ammontati a 301 milioni (320 milioni nel 2018). Flessione anche per l’utile netto, che è stato pari a 258 milioni di euro. Va detto che, seppur in calo, si tratta di risultati al vertice del settore in Italia nella grande distribuzione, catene discount escluse. Migliora la posizione finanziaria netta, che è negativa per 501 milioni di euro a fronte di un rosso per 772 milioni a fine 2018.

ENTRO IL 7 MARZO LA DECISIONE DEGLI ARBITRI

La società ha dato anche un piccolo aggiornamento sull’arbitrato che contrappone Giuliana Albera, vedova di Bernardo Caprotti, e la figlia Marina Sylvia – che controllano attualmente gruppo – ai figli di primo letto dell’imprenditore Giuseppe e Violetta, sul valore della quota del 30% delle azioni detenute da questi ultimi. Gli arbitri messi in campo per calcolare il valore della quota, e quindi l’esborso che la Albera e la figlia dovranno sostenere per acquistarla, si esprimeranno entro il 7 marzo. Manca poco, quindi, per sapere quanto vale il gruppo.

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