Coronavirus, corsa ai supermercati anche negli Usa

I consumatori aumentano le scorte man mano che il numero dei contagi sale e rischia di raggiungere i livelli dell’Europa. L'analisi di Nielsen

Mentre i timori per la diffusione globale del coronavirus si acuiscono, anche i consumatori americani si affannano a riempire le dispense di cibo e altri prodotti essenziali per prepararsi a potenziali interruzioni delle forniture, o alla necessità di rimanere a casa per lunghi periodi.

Lo scorso fine settimana ha visto molti consumatori affollare supermercati e ipermercati come Costco e Walmart, per svuotare gli scaffali di disinfettanti per le mani, salviettine e prodotti per la pulizia della casa, oltre a generi alimentari a lunga conservazione come riso, pasta e cibi in scatola.

IL RETAIL USA DI FRONTE ALL’ACCAPARRAMENTO DA CORONAVIRUS

Ieri Nielsen ha confermato che l’accaparramento di forniture di emergenza per ciò che molti cominciano a definire “pandemia” è iniziato in Cina e in Italia e ora sembra essersi diffuso negli Stati Uniti. “Ci aspettiamo che la corsa alle scorte abbia un impatto quasi immediato sulle catene di fornitura per i produttori dei beni più ricercati”, ha sottolineato l’istituto di ricerche di mercato. “Le scorte di disinfettanti per le mani e di maschere medicali si sono già esaurite in alcune zone, senza una chiara indicazione di quando saranno reintegrate. I consumatori statunitensi non vogliono aspettare che sia troppo tardi per fare scorta di prodotti essenziali”.

Molti analisti prevedono nelle prossime settimane un passaggio inevitabile dal consumo di cibo fuori casa ai pasti cucinati in casa. Tra i retailer, supermercati e store più piccoli subiranno probabilmente un impatto minore rispetto alla grande distribuzione, più esposta ai problemi delle catene di fornitura.

Nielsen prevede, inoltre, che in caso di ulteriore aggravamento dell’epidemia di coronavirus a livello mondiale i grandi retailer americani potranno compensare le perdite all’estero con un aumento del consumo domestico. E’ il caos di Costco e, ancor più, di Walmart che “ha già segnalato un impatto negativo nel suo business in Cina”. A questo proposito, Nielsen sta osservando le conseguenze che il coronavirus potrebbe avere sugli acquisti di prodotti freschi.

PRODOTTI E ABITUDINI DI ACQUISTO

Negli store statunitensi, secondo i dati Nielsen nella settimana che si è conclusa il 22 febbraio le vendite di snack alla frutta sono aumentate di quasi il 13%, quelle di fagioli secchi del 10% e quelle di pretzel del 9%. Anche le vendite di bevande energetiche, medicine per animali domestici, integratori vitaminici e kit di pronto soccorso hanno registrato aumenti notevoli.

Venerdì scorso è stata pubblicata una guida di 16 pagine per aiutare i retailer a prepararsi a potenziali cambiamenti nelle abitudini di acquisto. Gli acquirenti potrebbero ad esempio decidere di concentrare i viaggi, con meno visite e carrelli più pieni. Preferire le casse automatiche, o la spesa di generi alimentari online. Inoltre, potrebbero avere nuove aspettative per gli specialty store di quartiere: ad esempio vedere tutti gli operatori che indossano maschere e guanti, con salviettine antibatteriche a disposizione.

Sul fronte dell’e-commerce, Instacart e FreshDirect hanno entrambe segnalato un’impennata degli affari nell’ultima settimana. La prima ha registrato una domanda più alta del solito per l’acqua in bottiglia, il disinfettante per le mani e altri prodotti essenziali per la casa. FreshDirect ha subito ritardi nelle consegne, con un aumento della domanda di frutti di mare freschi, pollo fresco, alimenti per bambini e prodotti per la pulizia della casa.

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