Foodtech, quanto sono cresciuti gli investimenti europei nel 2019

Il report di DigitalFoodLabs conferma la crescita vertiginosa degli investimenti nel foodtech nel vecchio continente, con il food delivery che continua a farla da padrone

Dopo il report di Agfunder, puntuale è arrivato anche quello della società francese DigitalFoodLabs, che conferma sostanzialmente quanto esposto dalla controparte americana.

AGRIFOOD-TECH VS. FOODTECH

Prima di iniziare, è opportuno fare una precisazione a livello semantico. Agrifood-tech e foodtech sono due facce di una stessa medaglia. La prima definizione è più usata oltreoceano e chi scrive è dell’opinione che sia da preferire in quanto più esemplificativa del concetto di innovazione di filiera. Foodtech è più utilizzato in Europa e caldeggiato dai francesi in quanto affermano che nel concetto di cibo inglobi già al proprio interno la filiera agricola. Punti di vista.

2,4 MILIARDI DI EURO INVESTITI NEL VECCHIO CONTINENTE

Seppur con numeri diversi, anche DigitalFoodLabs conferma il raddoppio degli investimenti in Europa, passati da 900 milioni del 2018 per 353 deals a 2,4 miliardi di euro per 271 deals nell’anno scorso. Agfunder aveva indicato 3,3 miliardi. In questi casi c’è da considerare la differente metodologia di valutazione, oltre che il tasso di cambio. DigitalFoodLabs ad esempio non considera gli investimenti in Russia e Turchia e Agfunder converte il valore di tutti i deals in dollari.

Il dato sul numero di deals è abbastanza esemplificativo di come nel 2019 vi sia stata una maggiore volontà di ridurre il fattore di rischio investendo in progetti più maturi. Dei 271 deals conclusi infatti, 185 hanno riguardato round maggiori di 500k.

DOMINA IL FOOD DELIVERY, AVANZA L’AGRITECH, RALLENTANO LE PROTEINE

4 deals, tutti nel food delivery, hanno cannibalizzato il mercato, con quasi il 50% degli investimenti totali: 520 milioni raccolti da Deliveroo (UK), 300 milioni da Glovo (ES), 250 milioni da Picnic (NL) e 115 milioni da Wolt (FI) con la categoria del food delivery che, in totale, ha raccolto 1,62 miliardi.

Come già visto per Agfunder, assolutamente degna di nota è la crescita dell’Agritech, con 428 milioni investiti (erano stati 190 nel 2018), di cui 110 milioni raccolti dal Ynsect, che alleva insetti a uso animale.

Interessanti sono anche gli investimenti nell’horecatech per 235 milioni mentre c’è da segnalare che l’Europa non abbia beneficiato dell’effetto “IPO Beyond Meat” con il foodscience (plant-based, newtrition e packaging innovativi, tra gli altri) che ha visto diminuire gli investimenti da 170 a 115 milioni. Abbiamo già discusso in altri articoli che tale settore sia incredibilmente “capital intensive” e che le startup necessitino appunto di enormi capitali per andare a scala.

ITALIA PURTROPPO SEMPRE NELLE RETROVIE

L’analisi per paesi vede un duello Gran Bretagna vs Francia con il paese di Sua maestà che con 911 milioni domina per ammontare degli investimenti mentre i cugini d’oltralpe si classificano al primo post per numero di deals superiori a 1 milione (50).

Qui di seguito la Top5 dei paesi per capitali raccolti (dati in milioni di euro, percentuale di crescita rispetto al 2018)

  • UK | 911 milioni | +94%
  • Francia | 404 milioni | +76%
  • Spagna | 320 milioni | + 160%
  • Olanda | 288 milioni | +1.100%
  • Germania | 265 milioni | +157%

Secondo il report di DigitalFoodLabs, l’Italia ha raccolto il 2% dei capitali totali, corrispondenti a 48 milioni di euro. Nel precedente articolo su Agfunder avevamo elencato alcuni round chiusi da startup foodtech nostrane. Nel contesto italiano, Milano si conferma ovviamente la città più attiva nel settore, avendo concentrato il 65% degli investimenti nel paese.

Abbiamo già discusso sulle cause di tale ritardo. La scarsa conoscenza e la mancanza di investitori focalizzati sul settore, la bassa appetibilità e conseguenti difficoltà per le startup italiane nel raccogliere fondi ed espandersi oltre che la proverbiale riluttanza degli italiani nel “fare sistema”.

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