Oscar Farinetti in politica?

Dopo l’esperienza imprenditoriale, il patron di Eataly, Fico e Green Pea potrebbe entrare in politica? Le riflessioni di Paolo Dalcò su un uomo cui non mancano idee, relazioni, carisma. E una visione per il futuro che potrebbe trovare un consenso allargato
Oscar Farinetti in politica?

In questi giorni è uscito il nuovo libro di Oscar Farinetti dal titolo ‘Serendipity’. Pubblicato da Slow Food Editore, racconta la storia di 50 successi nati per caso. Quasi tutti ambientati nel food & beverage. Con la testimonianza raccolta dall’autore da industriali, chef ed esperti del settore. L’abilità di Farinetti è quella di narrare nei suoi libri storie vere e biografiche. Storie piene di curiosità e informazioni, citando sempre le origini: dove e come sono nati i prodotti. Per esempio è andato a trovare Giovanni Ferrero per farsi raccontare i segreti della Nutella. Non la ricetta, che sappiamo essere segreta, ma la storia, le strategie di marketing…

Racconta Ferrero: “La nostra passione per sfidare i paradigmi preesistenti, la ricerca ossessiva della perfezione hanno sempre reso il nostro approccio all’innovazione molto ambizioso fin dall’inizio della storia della Nutella, e ci accompagna a braccetto nelle sfide odierne. La nostra filosofia è quella di cercare sempre di trovare la giusta combinazione tra discontinuità tecnologica e soddisfazione di nuovi stati di bisogno, un’intersezione che può consentire ai nostri marchi di entrare in categorie adiacenti, pur rimanendo fedeli alla loro promessa fondamentale. Siamo un’azienda familiare che crede in questi valori e che sin dall’inizio si è dedicata al consumatore con assoluta autenticità e integrità. Noi Ferreriani abbiamo una missione: creare esperienze di consumo uniche e memorabili, facendo leva sulla nostra grande passione per la ricerca. Siamo un gruppo globale, il che non ci impedisce di agire localmente. Per noi la tradizione è metaforicamente rappresentata da un arco: più si tende la corda e più lontano riusciamo a lanciare le frecce della modernità e dell’innovazione. La strategia di marketing si basa sulla semplicità. I prodotti della Ferrero sono riusciti a sconfiggere il locus classico del ciclo di vita di ogni prodotto industriale, diventando eterni, senza età. Il segreto sta nelle radici molto profonde dei nostri prodotti, nelle loro valenze archetipiche. Creiamo risposte a bisogni universali e imperituri della condizione umana. Se Nutella ha qualcosa in più è proprio questa universal human truth. Nutella non è solo la crema spalmabile più golosa della prima colazione, interviene nella fase emozionale antecedente la prima colazione, nel rituale del risveglio che segna il passaggio dal versante notturno a quello diurno della psiche. Il passaggio più critico per il quale vogliamo più cocooning, essere più coccolati e con più comfort food possibile. Il gusto potente di Nutella è metaforicamente questo abbraccio carezzevole. Un prodotto ottimista, perché è l’ottimismo che fa o genera una differenza positiva nella vita. Ed è proprio questa la sua verità universale per tutti”. Grande lezione di marketing dal Presidente del gruppo Ferrero. Che molti imprenditori italiani dovrebbero applicare.

Ma torniamo al titolo del libro. Qual è il suo significato? Lo spiega Farinetti: ”La parola serendipity nasce per descrivere importanti scoperte avvenute per caso, mentre si stava cercando altro. Nel tempo la sua applicazione si è allargata anche per indicare cose belle e buone, scoperte in modo fortuito. Con storie intriganti dovute a fatalità e ricche di ironia”. Il ‘filosofo’ Farinetti poi riflette sul senso della vita e sull’uomo insieme allo scienziato Telmo Pievani. L’autore parla di caffè con Francesca Lavazza, di gorgonzola con Renato Invernizzi, di panettone con Alberto Balocco, di tartufo bianco con Bruno Urbani, di sigaro toscano con Roberto Vecchioni e di Viagra con Vittorio Sgarbi, solo per citare alcuni esempi italiani. Inoltre di Coca Cola con Muthar Kent, di corn flakes con i frateli Kellogg, di Guinness con Teo Musso, di tofu con Shigeru Hayashi per venire agli stranieri.

Insomma un libro interessante che vale la pena di leggere. In attesa che Farinetti apra il suo primo Green Pea a Torino, un format che era stato anticipato tre anni fa proprio su questo sito. Ma dopo Eataly, Fico e Green Pea, oggi delegati ai figli, che cosa farà l’Oscar Farinetti del futuro? Lui ogni 5 anni deve cambiare vita professionale. Adesso sta pensando di tornare a studiare per prendere la laurea in filosofia, interrotta tanti anni fa per impegni familiari. E in parallelo agli studi sono in molti a prevedere un suo ingresso in politica. Un personaggio come Farinetti, con la sua visione ed esperienza imprenditoriale, con le relazioni internazionali importanti che ha e soprattutto con la sua carica di ottimismo, potrebbe dare un contributo a far decollare l’economia del nostro Paese. Dando fiducia ai mercati. Puntando su un nuovo modello di sviluppo, imperniato sul food & beverage, su design & arredo, su fashion & accessori moda. Che poi sono i nostri punti di forza, oltre alla cultura e al nostro patrimonio artistico.

Farinetti, con le sue capacità di negoziatore, potrebbe anche riuscire nella mission impossible di far rientrare nell’ovile del partito democratico Renzi, Calenda e anche Bersani. Insieme al ‘democristiano’ Conte, ai grillini, alle sardine e ad altri indipendenti. Poi, perché no?, convincendo anche Berlusconi potrebbe far nascere un governo di unità nazionale. Coinvolgendo come ministri professionisti, manager e imprenditori esterni, di provata esperienza e capacità internazionali. Da sempre lui dice di voler invertire la rotta, combattere la burocrazia, eliminare le lobby, le fondazioni politiche e i privilegi che continuano ad avere sempre gli stessi politici e le loro associazioni. Insomma vorrebbe cambiare la musica e i musicanti. E questo sarebbe in linea con l’idea di un nuovo Rinascimento italiano che ho cercato di tratteggiare nei tre editoriali precedenti pubblicati su questo sito (Una nuova politica agricola, Forza Italian Food, Un nuovo modello di sviluppo).

Paolo Dalcò
Paolo Dalcò
Gruppo FOOD
Editore
© Riproduzione riservata