Speck Alto Adige, i numeri del 2020

Nonostante il calo della produzione, la quota di mercato dello Speck Alto Adige resta stabile. Crescono intanto le vendite nelle regioni meridionali
Speck Alto Adige, i numeri del 2020

L’emergenza sanitaria ha impattato inevitabilmente anche sullo Speck Alto Adige Igp. Nel corso dello scorso anno, infatti, la produzione è calata del 4,4%, fermandosi a 2.802.310 baffe contrassegnate con il marchio. Ma, dall’ultima assemblea annuale del Consorzio, che ha eletto David Recla come presidente, sono emersi anche non pochi dati positivi. A cominciare dalla quota di mercato, stabile a 41,2 per cento. “Il 2020commenta David Reclaè stato un anno fortemente influenzato dall’emergenza sanitaria, che ha messo a dura prova i produttori. Eppure, è proprio lo scorso anno che la quota Igp è rimasta stabile, dimostrando come anche in tempi difficili, la qualità, la sicurezza e la certezza sulla provenienza della materia prima viene sempre riconosciuta. Lo Speck Alto Adige Igp è un prodotto unico nel suo genere che incarna i valori del nostro territorio e i numeri ci dicono che i consumatori finali premiamo sempre più scelte di questo tipo. Siamo consapevoli che c’è stato un calo della produzione e sappiamo che anche lo scenario attuale ha fortemente influito su questo, ma siamo comunque molto fiduciosi per il futuro”.

I CANALI DI VENDITA

Il primo sbocco commerciale per lo Speck Alto Adige Igp resta il mercato italiano, che veicola il 66,5% delle vendite, con un aumento del 2% sul 2019. In prima fila ci sono sempre le regioni del Nord, ma continua a crescere la domanda da parte delle regioni meridionali. Per quanto riguarda i canali, resta leader la Gdo con il 68,5% di market share, davanti a discount (17%), grossisti (5,4%), dettaglio (4,3%) e gastronomia (2,2%).

NELL’EXPORT AUMENTA IL PESO DELLA GERMANIA

Il mercato estero rappresenta il 33,5% della quota di commercializzazione. I risultati migliori arrivano anzitutto dalla Germania, che aumenta la quota percentuale al 28% dal 26% dello scorso anno e dagli Usa (1,7%). Seguono Francia (1,4%), Austria (0,9%) e Svizzera (0,7%).

OBIETTIVO TRASPARENZA

Proseguono intanto i controlli dell’Istituto Indipendente IFCQ Certificazioni che si occupa di verificare l’intera filiera produttiva, con un focus su tracciabilità e trasparenza. In totale, nel 2020 sono 673 le visite ispettive e più di 179.411 le baffe controllate. Inoltre, il Consorzio, in sinergia con il Ministero delle Politiche Agricole, verifica il corretto utilizzo della denominazione Igp. Complessivamente nel 2020 sono monitorati 1053 punti vendita in Italia e 99 all’estero. Nel 92,3% dei casi non sono state riscontrate non-conformità sul prodotto o sul cartellino del prezzo.   

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