Il percorso di sostenibilità di Gruppo San Benedetto e la nuova bottiglia Ecogreen Easy

L’impegno nelle politiche ambientali ha permesso all'azienda di raggiungere ottimi risultati come la prima bottiglia 100% carbon neutral e 100% plastica riciclata e di fissare obiettivi futuri sempre più sfidanti.
Il percorso di sostenibilità di Gruppo San Benedetto e la nuova bottiglia Ecogreen Easy

La nuova bottiglia Ecogreen Easy 1L 100% RPET, realizzata con il 100% delle emissioni di anidride carbonica compensate e interamente in plastica riciclata, è solo l’ultimo obiettivo raggiunto da Acqua Minerale San Benedetto, che da 65 anni si impegna in un percorso di valorizzazione dell’innovazione, della sostenibilità e del made in Italy.
Sono molte le sfide green che da anni si propone il gruppo aziendale, come emerso durante la conferenza “Il percorso di sostenibilità di San Benedetto e la nuova bottiglia Ecogreen Easy 100% RPET. I prossimi passi verso una piena economia circolare e a Impatto zero”.

OBIETTIVI RAGGIUNTI E SFIDE GREEN

“La mission costante è di far arrivare l’acqua, importante e preziosa risorsa naturale ricevuta in dono, alle generazioni future come l’abbiamo ricevuta noi, ossia pura e incontaminata – ha spiegato Vincenzo Tundo, direttore marketing e trade marketing Italia di Acqua Minerale San Benedetto -. L’impegno va in duplice direzione, da un lato l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, dall’altro il recupero virtuoso del RPET.Nel 2008 siamo partiti dalla carbon footprint per un approccio consapevole, scientifico e razionale e l’anno successivo abbiamo sottoscritto per primi in Italia un accordo volontario con il ministero dell’Ambiente per calcolare le emissioni di gas a effetto serra in tutti i settori del gruppo e attuare miglioramenti, anno dopo anno, per ridurre la nostra impronta e le emissioni di CO2”.
Il piano di azione ha coinvolto sia l’aspetto del processo produttivo sia del prodotto. Nel primo campo sono state intraprese iniziative di efficientamento energetico degli impianti, impiegando macchinari a basso consumo energetico e a basse emissioni e attivando un impianto di trigenerazione e uno fotovoltaico all’interno degli stabilimenti. Sul fronte del prodotto, sono state implementate sul territorio nazionale cinque unità produttive per accorciare le distanze con il consumatore e di conseguenza ridurre le emissioni derivanti dai trasporti ed è stato attivato un processo di ricerca e sviluppo che permette di alleggerire il peso delle bottiglie. Il 60% delle emissioni sono legate proprio al contenitore derivante dal petrolio, quindi un minore peso delle bottiglie si traduce in minore peso di Pet, ma riuscendo a mantenere ottime performance di contenimento e di praticità d’uso. Inoltre, il gruppo è stato tra i primi in Italia a introdurre il pet riciclato, cioè plastica a sua volta riciclata, quindi reimmisione virtuosa nel ciclo produttivo che ha permesso di avere una componente molto importante nella riduzione delle emissioni complessive.
“Quotidianamente – ha commentato Tundo –lavoriamo su come poter ottimizzare le varie fasi del processo produttivo, ridurre i pesi, ottimizzare i trasporti e recuperare il REPT, per una piena attuazione del principio bottle to bottle. Una filosofia d’impresa che ha portato Acqua Minerale San Benedetto alla forte riduzione di gas a effetto serra e all’ideazione della linea Ecogreen, con compensazione totale delle missioni e quindi per la prima volta si è introdotta sul mercato la possibilità per il consumatore di scegliere prodotti con tendenza a impatto zero”.

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEL GRUPPO SAN BENEDETTO

I numeri contribuiscono a fotografare l’impegno: negli ultimi dieci anni con San Benedetto Ecogreen, 100% Carbon Neutral dal 2010, sono state neutralizzate circa 200mila tonnellate di CO2 equivalente. Dal 2013 al 2020 con la linea Ecogreen si è registrato un meno 14,6% di riduzione di gas a effetto serra e meno 8,826 tonnellate di CO2 equivalenti, pari alla quantità annua assorbita da 294.200 alberi, il tutto utilizzando 5.165 tonnellate di RPET. Sempre rifacendosi allo stesso arco temporale, con la 1L Easy le emissioni sono state ridotte del 25% pari circa 2mila tonnellate di CO2 equivalenti e l’utilizzo di oltre 2.100 tonnellate di RPET su un solo formato. A ciò si aggiungono i risultati del progetto di network di fonti sul territorio nazionale che  ha permesso di avvicinare la produzione ai consumatori riducendo quindi le distanze e di conseguenza le emissioni: meno 6% in un anno.


La nuova bottiglia Ecogreen 1L Easy, la prima referenza San Benedetto a essere carbon neutral, si stima che permetterà un ulteriore risparmio delle emissioni di gas effetto serra lungo tutto il ciclo di vita del prodotto del 9%, con un utilizzo di circa 300 tonnellate di PET vergine in meno nel 2021. “Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti in ottica ambientale – ha commentato Enrico Zoppas, Presidente ed Amministratore Delegato di Acqua Minerale San Benedettograzie ad un impegno che ha radici lontane nel percorso industriale dell’Azienda e che rappresentano uno degli asset strategici per il nostro sviluppo futuro. La costante ricerca e capacità innovativa ci ha portato a questo lancio che rappresenta una pietra miliare nel nostro percorso verso una piena economia circolare e l’impatto zero”. Un percorso che passa anche attraverso il maggior utilizzo di RPET, reso possibile anche dalla modifica legislativa grazie alla quale oggi presentiamo la nostra prima bottiglia Ecogreen 1L Easy 100% RPET.

“La transizione ecologica deve tenere insieme la sostenibilità ambientale a quella economica e sociale. Con la modifica alla norma legislativa, che ha tolto definitivamente il vincolo della produzione di bottiglie in PET con al massimo il 50% di RPET, abbiamo colmato il divario che c’era tra un esempio di eccellenza industriale sostenibile e un sistema normativo vecchio e con un impatto negativo sia sull’ambiente che sull’economia. La bottiglia riciclata al 100 per cento è un segno tangibile di cosa vuol dire davvero Economia circolare”, ha concluso Andrea Ferrazzi, senatore e membro della 13ª Commissione permanente, primo firmatario della modifica legislativa del RPET.

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