Ponti e Cameo puntano su My Cooking Box

La startup italiana leader dei meal kit ha chiuso un aumento di capitale da 2 milioni di euro, sottoscritto dalle due aziende e da alcuni business angels
Ponti e Cameo puntano su My Cooking Box

Il food italiano punta tutto sul digitale, e lo fa attraverso l’Open Innovation. Alcuni giorni fa scrivevamo di Riso Gallo e Feat Food, questa volta è il turno di Ponti, Cameo e My Cooking Box.

CRESCITA IMPORTANTE

Quest’ultima ha infatti annunciato nei giorni scorsi un aumento di capitale da due milioni di euro, guidato dalla storica azienda italiana di sottaceti e dalla divisione italiana della tedesca Dr. Oatker.

La startup continua così nel suo interessante percorso di crescita, che l’ha vista divenire  in pochi anni il leader in Italia del meal kit, con la sua offerta di box che contengono tutti gli ingredienti necessari e perfettamente dosati per cucinare un piatto da vero chef e che ha accolto l’entusiasmo di tanti rinomati brand e aziende come Eataly, Grom, Mutti, Lindt Italia, Unilever. Il denaro raccolto servirà a sostenere i piani di crescita internazionale, già iniziati in Germania con l’attivazione di una piattaforma di e-commerce, e con l’inserimento in alcune catene degli Stati Uniti.

PIÙ OPEN INNOVATION

Le motivazioni che hanno spinto Ponti e Cameo nel chiudere l’operazione sono esattamente le stesse che hanno convinto Riso Gallo e Amadori ad investire Feat Food (vedi anche newsletter #Tech del 25/02) ovvero andare a intercettare nuovi modelli di consumo e ad acquisire nuove fasce di mercato, il tutto riassumibile in due parole: digitale e millennials. Tale concetto viene espresso chiaramente dalla fondatrice di My Cooking Box, Chiara Rota, raggiunta in esclusiva da Food. “È ovvio che l’ingresso nel capitale di due aziende di tale importanza ci riempie di gioia, ma ciò che ci fa altrettanto piacere è l’aver fatto capire che l’unico modo per seguire l’evoluzione del mercato è attraverso l’Open Innovation”. Da questo punto di vista l’operazione per certi versi può dirsi davvero straordinaria, se si considera la proverbiale reticenza delle aziende italiane nell’investire in startup.

SVILUPPO INTERNAZIONALE

“Il progetto è piaciuto subito alle due aziende – continua Chiara – a fin dalle prime collaborazioni con le box brandizzate si capiva che erano molto interessati alla startup e che desideravano andare oltre il semplice rapporto cliente/fornitore”.

Tale collaborazione, oltre che colmare come detto il gap digitale, permette inoltre alle aziende di andare a innovare a livello di processo, in quanto “inserire in linea industriale la composizione di un meal kit sarebbe impresa ardua per un grande azienda, senza considerare le collaborazioni da stringere con altri brand. Affidarsi ad una startup permette di fare tutto ciò in maniera agile e veloce, senza andare a stravolgere i processi interni.

Idee chiare per il futuro “Abbiamo da poco, lanciato la piattaforma in Germania che sta andando molto bene e siamo entrati in diverse catene americane, con sell out di prodotti altissimo, quindi potenzieremo al massimo lo sviluppo negli Stati Uniti

Riso Gallo, Amadori, Ponti, Cameo, senza dimenticare Barilla… chi farà la prossima mossa?

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