Formaggi fusi in porzioni, un mercato da 52 milioni

Nel mercato dei cosiddetti ‘formaggini’ l’esposizione fuori dal frigo risulta spesso penalizzante. Ma può essere sfruttata come possibilità di visibilità extra, come dimostrano i casi dei leader
Formaggi fusi in porzioni, un mercato da 52 milioni

Il mercato delle porzioni di formaggio fuso, i cosiddetti ‘formaggini’, fattura 52 milioni di euro e, dopo un buon risultato ottenuto nel periodo iniziale dell’emergenza pandemica, ha ripreso il trend negativo del periodo precedente al lockdown, registrando nell’ultimo anno un calo dei volumi pari al 6,8% e una performance negativa a valore del 7,7% (fonte: Nielsen distr. moderna, a.t. 23/05/2021). Calano anche le famiglie acquirenti, la penetrazione, la frequenza d’acquisto, la spesa media e l’acquisto medio annuo (fonte: Nielsen, market Summary, Homescan, a.t. 25.04.21).

ESPOSIZIONE AMBIENT

Come lavorare su questi prodotti per valorizzarli al meglio? Tra le caratteristiche che li rendono unici spicca il fatto che si tratta dei soli formaggi che possono essere esposti a temperatura ambiente. Questa prerogativa, però, spesso non costituisce un elemento premiante e finisce per penalizzarli, relegandoli in aree meno visibili rispetto ai formaggi tradizionali. È invece un’opportunità che, se gestita nella giusta maniera, può generare extra visibilità nelle aree promozionali dei punti vendita senza il limite della conservazione in frigorifero.

Questo vale a maggior ragione se si considera che, nei fusi in porzione, la pressione promozionale è limitata e le aziende devono quindi puntare prevalentemente su strategie per accrescere la visibilità in negozio, sfruttando proprio la possibilità offerta dall’esposizione fuori frigo.

formaggi fusi-formaggini

LE STRATEGIE DEI LEADER

Non stupisce che siano proprio i brand leader a dichiararsi maggiormente focalizzati su questo aspetto. Ne è un esempio Crema Bel Paese Galbani, che presidia sia il canale della distribuzione moderna sia quello dei discount come leader di marca a volume, con una quota complessiva del 29,8 per cento.Crediamo che un ruolo importante nel nostro successo lo abbia anche l’utilizzo, ove possibile, di strumenti per valorizzare l’esposizione – dichiara Cecilia Rossi, Group brand & category manager Galbani Cheese –. Tra questi possiamo citare diverse soluzioni, dai sotto slim ai pendolini, dalle basette agli espositori da terra e le cravatte, in grado di generare grande visibilità anche fuori dallo scaffale”.

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Significativo inoltre il caso di Nestlé (Mio), che è il secondo player del mercato, con il 24,8% (fonte: IRI, a.t. 2020). Tra i punti di forza di Mio spicca proprio l’iconicità del brand, con il suo inconfondibile colore giallo che lo rende ben visibile nel punto vendita e agevola le collaborazioni in store, anche nei negozi di prossimità.

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