Cibus 2022: reagire all’emergenza internazionale

Mentre si avvicina l’appuntamento fieristico (3-6 maggio 2022), Carlo Ferro (Ice), Ivano Vacondio (Federalimentare), Antonio Cellie (Fiere di Parma) e il sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano hanno fatto il punto sulla situazione del mercato, complicata dalla guerra in Ucraina e dall’impennata di costi e tariffe

La 21° edizione di Cibus, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, sarà il primo grande salone internazionale dell’agroalimentare che vedrà il ritorno dei buyer esteri. Dal 3 al 6 maggio sono attesi a Parma circa 60mila visitatori professionali e circa 3mila aziende espositrici. Nella conferenza stampa online di stamani, in realtà, a tenere banco sono state la guerra in Ucraina e la delicata situazione geopolitica internazionale, che stanno condizionando anche il settore alimentare: gli aumenti del gas e delle materie prime e i problemi logistici stanno mettendo a dura prova il f&b italiano. Un comparto che nel 2021 ha messo a segno importanti risultati anche sul fronte export: Usa +14,3%, Cina +32,7%, Corea del Sud +30,7%, Cile +50,5%, Sud Africa +21,2%, Polonia +21,4%, Spagna +19,6%, Germania +6,7%, Francia +7,1%, (dati Federalimentare su base Istat, gennaio/novembre 2021).

L’ALLARME PER GLI AUMENTI

I riflessi delle tensioni internazionali sul settore agroalimentare sono stati al centro dell’intervento di Ivano Vacondio, Presidente Federalimentare: “La guerra in Ucraina sta provocando un aumento di prezzi smisurato di gas e di materie prime fondamentali, come il grano, il mais e il girasole e la situazione logistica non migliora la situazione. Con il blocco dal Mar Nero, infatti, l’unico trasporto possibile è quello via terra e via ferro ma Ungheria (e Serbia) hanno annunciato il blocco delle esportazioni, salvo quelle legate a contratti già in essere. Cibus serve dunque a ribadire la centralità delle nostre imprese alimentari che, pur in condizioni sfavorevoli, continuano a produrre e a cercare nuove soluzioni”.

Un sostegno alle imprese e a Cibus è assicurato da Ice Agenzia. “L’export del nostro Paese – ha sottolineato il Presidente Carlo Ferroè ripartito nel 2021 e così l’agroalimentare italiano, che ha registrato una crescita del +14,7% rispetto al 2019. Alle nuove sfide dei mercati post-Covid, si aggiunge uno scenario internazionale dominato da inattese e drammatiche complessità geopolitiche. In questo quadro fare sistema è ancor più importante. Ice Agenzia sostiene la 21° edizione di Cibus con lo stanziamento di risorse più importante negli ultimi sei anni. Prevediamo di portare a Parma 380 buyer specializzati e 10 giornalisti da 42 Paesi e faciliteranno la diffusione della piattaforma My Business Cibus”.

IL RUOLO DELL’AGROALIMENTARE

Cibus 2022 sarà un’occasione per definire il ruolo di resilienza dell’agroalimentare, come ha detto Antonio Cellie, Ceo Fiere di Parma: “Il made in Italy durante il Covid ha mostrato tutta la sua flessibile resilienza e quindi oggi si candida a fornire ‘creativamente’ la distribuzione mondiale. Migliaia di buyer verranno a Cibus con questo spirito: capire con i loro fornitori chiave come gestire l’emergenza e, auspicabilmente, uscirne. Auspico che il dibattito della community di fronte alla tragedia umanitaria in Ucraina viri rapidamente dagli aspetti economici a quelli sociali. Su questo apriamo Cibus 2022: come l’agroalimentare può e potrà contribuire alla stabilità dei territori e all’inclusione delle persone”.

È poi intervenuto Manlio Di Stefano, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale che, letto un messaggio del ministro Di Maio, ha sottolineato che “il Ministero è impegnato nel sostegno all’export italiano, grazie al ‘Patto per l’Export’. L’Italia vanta un primato mondiale sulle produzioni bio, il record per le produzioni agroalimentari a denominazione d’origine e una varietà produttiva unica. Quanto alla crisi russo/ucraina, stiamo attivando dei giri di tavolo per sostenere le imprese esportatrici, per eventualmente riprogrammare su altri mercati le perdite sui mercati russo/ucraini ed esplorare risposte compensative”.

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