Proteine alternative: le politiche globali

Un report del Good Food Institute ha riportato le politiche messe in atto dai diversi governi in termini di proteine alternative
Proteine alternative: le politiche globali

Non sono pochi i paesi che riconoscono il contributo delle proteine alternative su più fronti: combattere i cambiamenti climatici, dare una spinta all’economia e garantire la sicurezza del cibo. È quanto emerge dall’ultimo report del Good Food Institute, che dopo quello sugli investimenti, ha pubblicato un rapporto sulle politiche globali adottate dai diversi governi sul tema delle proteine alternative.

L’EUROPA C’È

Singapore, il primo paese al mondo ad approvare il consumo di carne coltivata, Israele, Canada e la Comunità Europea, sono i paesi che stanno finanziando con fondi governativi lo sviluppo delle proteine alternative, mentre gli Usa sono il secondo paese al mondo a dare il via libera ai prodotti da agricoltura cellulare.

Il rapporto indica che, a tutto il 2021, il totale investito dai singoli governi nel settore è pari a 535 milioni di dollari, in una speciale classifica che vede la Danimarca al primo posto con 177 milioni di dollari distribuiti in 9 anni, il Canada al secondo con 30 milioni, mentre sul gradino più basso del podio troviamo Israele con 20 milioni, di cui 18 nel consorzio per la ricerca sul la carne coltivata.

UN 2021 DA RECORD

Gli investimenti governativi in proteine alternative hanno subito una brusca accelerazione nel 2021, dove si sono concentrati oltre un quarto degli investimenti totali.

Da segnalare che l’anno scorso, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha stanziato 10 milioni di dollari per creare un centro di eccellenza per la ricerca sull’agricoltura cellulare a un consorzio di università e che, sempre, nel 2021 sono state erogate più di un terzo delle sovvenzioni europee nel settore. Anche In Canada, la metà degli investimenti si sono concentrati nel 2021.

Da segnalare inoltre, che il fondo sovrano del Qatar ha sovvenzionato con 200 milioni di dollari la compagnia americana Eat Just per la costruzione di un impianto di produzione di carne coltivata.

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