Le abitudini alimentari ai tempi del Coronavirus/1

In esclusiva per Food, un sondaggio di Doxa esplora come è cambiata la quotidianità degli italiani a tavola
Le abitudini alimentari ai tempi del Coronavirus/1

La recente emergenza legata alla diffusione del coronavirus ha stravolto le abitudini di tutta la popolazione mondiale e soprattutto italiana: il divieto di uscire se non per necessità o urgenze improrogabili ha imposto una drastica e improvvisa modifica dello stile di vita, con una serie di restrizioni e divieti.

Un’indagine realizzata su un campione di 600 partecipanti alla Community Doxa Roamler (il panel in crowdsourcing di Doxa) ha evidenziato un dato sorprendente: il 73% degli intervistati ha dichiarato di non ritenere il tempo trascorso forzatamente a casa come uno spreco, ma anzi di viverlo come un’opportunità per stare con la propria famiglia, magari condividendo passatempi e hobby troppo spesso accantonati a causa dei ritmi serrati della vita quotidiana.

NUOVE ABITUDINI ALIMENTARI: L’ANALISI DEI DATI

Il dato è ancora più interessante se si tiene conto del fatto che si tratta di partecipanti tendenzialmente giovani: l’83% di esso è infatti composto da persone di età compresa tra i 26 e i 50 anni, una fascia d’età dallo stile di vita particolarmente attivo, in condizioni di normalità e che probabilmente non si trova sempre a proprio agio con un ritmo frenetico che lascia poco spazio agli hobby. Tra questi, sembra proprio che un ruolo di primissimo piano sia riservato alla cucina.

Infatti, l’indagine ha evidenziato che il tempo passato ai fornelli è aumentato (nel 46% dei casi) o addirittura molto aumentato (17%). Inoltre, solo il 46% degli intervistati ha ammesso di cucinare le solite ricette: via libera alla fantasia e alle sperimentazioni ai fornelli per tutti gli altri chef provetti, che hanno scoperto nuovi piatti (18%) o perfezionato alcune preparazioni (15%), oppure hanno sia imparato a cucinare nuove pietanze sia perfezionato alcune ricette che già conoscevano (21%).

Oltre a sviluppare nuove abilità, il tempo dedicato alla cucina rappresenta un buon modo per trascorrere le giornate (29%), oltre a un modo per prendersi cura della propria famiglia gustando insieme i piatti preferiti (18%). La cucina si rivela insomma anche un ottimo metodo per salvaguardare il benessere psicofisico di tutti ai tempi del coronavirus: per il 12% consente di non pensare a temi preoccupanti, come l’emergenza in corso, dedicandosi a un’attività creativa e per il 16% contribuisce ad aumentare le proprie difese immunitarie, grazie all’impiego di ingredienti sani.

In questo periodo molti scelgono di preparare a casa (53%) anche cibi che solitamente venivano acquistati già pronti. Tra quanti ricorrono alle preparazioni fatte in casa troviamo soprattutto quelli che si cimentano con i prodotti da forno: il 74% prepara pizze e focacce, il 65% si butta sulle torte, il 50% prepara in casa il pane, il 33% biscotti. Non mancano poi alcuni tra i cibi simbolo della nostra tradizione gastronomica capaci di regalare grande soddisfazione a tavola: il 28% dichiara di preparare la pasta fresca e il 22% dolci.

LA SPESA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

La possibilità di ‘cavarsela’ da soli, soprattutto nella preparazione dei cibi più amati, mette al riparo da possibili ansie e dal timore di non riuscire a trovare in negozio ciò che si cerca: anche la spesa, ai tempi del coronavirus, ha subito degli inevitabili cambiamenti.

Il 72% dei partecipanti alla Community ha dichiarato di essersi già trovato in situazioni di out of stock, ossia prodotti terminati con sezioni dello scaffale vuote. Arriva al 27% la quota di quanti affermano di essersi trovati spesso in questa spiacevole situazione.

Il fatto di cucinare a casa mette inoltre al riparo da possibili occasioni di contagio, limitando la frequentazione dei negozi rimasti aperti: il 31% del campione intervistato dichiara addirittura di essere meno incline – in queste settimane – a visitare le farmacie, ritenendole potenzialmente foriere di virus e preferendo quindi, nel caso di prodotti da banco, altre modalità d’acquisto.

Certamente, questo è solo uno dei tanti modi in cui l’emergenza ha cambiato le vite di tutti e alcune restrizioni pesano più di altre: circa il 30% del campione che ha figli lamenta il fatto di dover tenerli in casa, sono in molti inoltre a rimpiangere un pomeriggio di shopping (28%) o una serata trascorsa al cinema (26%), oppure la libertà di svolgere attività fisica (33%) o di godere di un week end fuori porta in assoluto relax (36%).

Ma ciò che pesa in assoluto di più in questo momento è il divieto di incontrare amici (52%) o familiari (53%): un segno tangibile di quanto, soprattutto nei momenti di crisi, si assista a una riscoperta dei valori e degli affetti più cari.

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