Numeri record per l’agrifood tech mondiale, Italia ancora indietro

Complice anche il covid, gli investimenti nel foodtech mondiale hanno registrato numeri incredibili, con l’Italia con l’Italia che resta indietro
Numeri record per l’agrifood tech mondiale, Italia ancora indietro

Nel commentare il rapporto semestrale di Agfunder, pubblicato lo scorso novembre, che riportava investimenti nell’agrifood tech nella prima metà del 2020 per 8,8 miliardi, avevamo auspicato una conferma di tale cifra anche per la seconda metà dell’anno. E ci sbagliavamo.

30 MILIARDI PER L’INNOVAZIONE AGROALIMENTARE

Il rapporto annuale presentato pochi giorni fa, riporta infatti investimenti per 30,5 miliardi di dollari, a conferma di come l’agrifood uscirà dalla pandemia addirittura rafforzato.

Come indicato in grafica, parità quasi assoluta tra upstream (la prima parte della filiera, dal campo alla fabbrica) e downstream (distribuzione, Horeca e consumer) con, rispettivamente 15,8 e 14,3 miliardi di dollari investiti.

Il round più importante, da 1,6 miliardi di dollari, lo ha registrato l’azienda americana di logistica del food Lineage Logistics.

Da segnalare anche il round da 700 milioni della startup REEF, che trasforma aree suburbane inutilizzate in dei veri e propri “hub di quartiere” dedicati al retail, sia fisico che online, alla ristorazione, ai parcheggi e molto altro.

Degni di nota sono anche i due round da 700 milioni di totali chiusi da Impossible Foods, gli altrettanti da 425 milioni di Instacart e i due della startup francese che alleva insetti a uso animale Ynsect, che hanno visto anche la partecipazione della star di Hollywood Robert Downey Junior. 

ITALIA ANCORA INDIETRO

La classifica per paese non sorride certo all’Italia che per il secondo anno si ritrova fuori dalla Top20.

La cronica difficoltà delle startup nell’accedere agli investimenti, la lontananza delle istituzioni, l’assenza di veri venture capital focalizzati e competenti sull’agrifoodtech, stanno rallentando in maniera considerevole l’innovazione agroalimentare italiana.

Un raggio di luce è dato dall’ecosistema di startup foodtech italiane, che piano piano stanno “facendo sistema” superando la proverbiale mentalità italica dell’orticello.

L’Italia può e deve dire la sua anche nel campo dell’innovazione,

© Riproduzione riservata