Prodotti plant-based? Kroger li mette nel reparto carne

Uno studio condotto da Kroger in collaborazione con la Plant Based Food Association ha dimostrato un aumento del 23% dei prodotti plant-based se venduti nel reparto carne
Prodotti plant-based? Kroger li mette nel reparto carne

Il rapporto tra il gigante del retail a stelle e strisce Kroger e i prodotti plant-based sembra essere davvero speciale, come dimostrano il lancio a scaffale di Impossible Foods a Maggioil test condotto lo scorso autunno con l’esposizione dei prodotti a base vegetale accanto alla carne. E i risultati di tale test sono tanto sorprendenti quanto incoraggianti.

PLANT-BASED: +23% NEL REPARTO CARNE

Per 12 settimane, in 60 supermercati della catena Kroger tra Colorado, Indiana e Illinois, i prodotti plant-based sono stati esposti accanto alla “carne vera”. Il test ha dimostrato che in Colorado le vendite dei prodotti a base vegetale sono aumentare del +13% mentre in Indiana e Illinois si è arrivati al +32%, per una media generale del +23%. Non sono state rilasciate dichiarazioni in merito a un possibile inserimento in pianta stabile ma il momento potrebbe essere propizio, considerata la crisi della carne in Usa causa Covid e la contemporanea crescita dei due maggiori player del plant-based.

ALIMENTI VEGETALI 1.0 VS 2.0

Il plant-based può considerarsi come un trend globale ormai consolidato. Con i consumi in fortissima ascesa, per un giro d’affari che negli Usa ha sfiorato il miliardo di dollari nel 2019 e i 179 milioni di euro in Italia (fonte: Nielsen). A onor del vero i dati Nielsen si riferiscono all’intero comparto degli alimenti vegetali, senza nessuna distinzione tra i prodotti plant-based di Joy Food, Emilia Foods o Beyond Meat (che ha da poco annunciato l’apertura del nuovo stabilimento in Olanda) e i vecchi burger di soia, il tofu, il seitan il mopur e via dicendo. I nuovi prodotti plant-based sono chiamati a tracciare il solco, in tutti sensi, con quelli vecchi, a partire proprio dal posizionamento a scaffale e la Gdo può davvero diventare l’ago della bilancia. Non più quindi prodotti di nicchia confinati (per non dire “ghettizzati”) in apposite aree, ma prodotti mainstream, destinati a tutti, soprattutto ai flexitariani.

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